San Quirico e la Collegiata, Pienza e la sua Cattedrale, Trequanda e le sue terrecotte, Montisi e le Grance, Vignoni e le terme romaniche. Antichi Comuni e borghi, a sud della provincia di Siena, lungo la via Francigena che da secoli, e ancora oggi, è battuta a piedi dai pellegrini diretti a Roma. Un concentrato di arte, cultura e paesaggio quello della campagna della Val d’Orcia, tanto che è stata inserita nel 2004 nel Patrimonio Unesco. Stavolta, nel mio girovagare per l’Italia, è stata proprio la Val d’Orcia ad accogliermi.
Motivazione ufficiale della visita l’Orcia wine festival, organizzato dal Comune, dall’Onav e dal Consorzio di tutela, che raccoglie circa 50 produttori ed è presieduto da Donatella Cinelli Colombini, una donna di grande iniziativa e di polso che lo guida con intelligenza e lungimiranza.
L’Orcia Doc – che ha come base il sangiovese ed è conosciuto prevalentemente come vino rosso, anche se esistono le tipologie rosato, bianco e vin Santo – oggi ha come obiettivo quello di farsi strada tra due eccellenze enologiche italiane tutte toscane, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano. Due giganti tra cui l’Orcia Doc, prodotto in 13 Comuni, si muove cercando di costruire un ‘sistema virtuoso’ che si basa non solo sul vino, ma in generale sull’enoturismo, in modo da sfruttare ciò che la campagna più bella del mondo (parola di Unesco) può offrire. E’ con questo obiettivo che nasce il progetto delle cantine con vista: punti panoramici in mezzo ai vigneti da cui osservare distese di colline e tramonti che il mondo intero ci invidia. Filari di cipressi, prati verde mela, uliveti, vigneti, macchie di bosco. E siate certi di trovare lepri, caprioli, fagiani e cinghiali che attraversano la strada, quindi andate piano.
Se avete intenzione di visitare questi luoghi, vi suggerisco di iniziare il vostro giro panoramico da Trequanda, dove potrete alloggiare nella Fattoria del Colle, una tenuta agricola di 300 ettari con vigneti, uliveti, zone di bosco e strutture agrituristiche del 1500 disseminate in un parco. Una ristrutturazione splendida e conservativa che ha lasciato intatto l’incanto degli arredi e degli edifici. A completare il tutto la cantina, un ristorante di cucina toscana, una scuola di cucina (imperdibile la lezione sui pici), campo da tennis, piscine, giochi per i più piccoli, una spa, giardini segreti e un magnifico cane, Felix, di cui non potrete non innamorarvi.
Da Trequanda, dove potete pranzare al Conte Matto provando una cucina toscana rivisitata, muovetevi verso Montisi, anche questo un borgo del Cinquecento, splendidamente conservato e molto vivace, dove potrete visitare le Grance, delle fattorie fortificate in cui venivano conservati i viveri dell’ospedale di Siena lungo la via Francigena. Poi, dirigetevi a San Giovanni d’Asso, patria del tartufo bianco delle Crete Senesi: se il tartufo è in stagione (quindi tra ottobre e novembre) non perdetelo e non mancate la visita al Castello Medievale, dove si trova anche il Museo del tartufo. La tappa successiva è Asciano, dove si possono visitare i borghi di Chiusure e l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (i monaci producono vino e olio). Poi, attraverso la strada che porta al borgo medievale di Buonconvento, si giunge a San Quirico d’Orcia. In questo luogo, che è il cuore della Val D’Orcia, ammirate la Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, Palazzo Chigi con i suoi affreschi e i giardini all’italiana (costruito da un cardinale in omaun Papa che non vi abitò mai, Alessandro VII). Proprio a Palazzo Chigi, sede del Comune, si è tenuto l’Orcia wine festival, kermesse del vino Orcia Doc. Per l’occasione nelle sale affrescate è stata anche allestita la mostra dell’artista pugliese Arianna Greco, che dipinge usando il vino.
Da San Quirico (prima fate una pausa pranzo all’Osteria del Cardinale) dirigetevi a Bagno Vignoni con le sue terme moderne e la sua vasca termale di epoca romana, spettacolare soprattutto ai primi freddi, quando l’acqua calda a contatto con l’aria fredda produce romantici vapori e sbuffi di fumo. Non tralasciate il minuscolo borgo di Vignoni, in collina: la torre di un castello, alcune abitazioni e la Chiesa di San Biagio. Se non ci fossero alcuni cartelli stradali e alcune auto parcheggiate nessuno potrebbe pensare di trovarsi nel 2015. Infine, concludete il vostro viaggio passando prima da Castiglione d’Orcia, l’antico castello degli Aldobrandeschi, che racchiude il massimo del suo splendore nel borgo maestro di Rocca d’Orcia, con la sua fortezza che domina la valle, e infine da Pienza, città disegnata da Bernardo Rossellino per il Papa Pio II.
Se amate i panorami mozzafiato, visitate la cantina Poggio al Vento, di Roberto Mascelloni. E’ una delle ‘cantine con vista’ con uno dei panorami più belli. Ha un agriturismo in pietra, un orto, uliveti e vigneti a coltivazione biologica su sette ettari. Se decidete di soggiornare da Roberto, potrete raccogliere da voi insalata e verdure per cucinarle come preferite, ma potrete anche fare colazioni con salumi fatti in casa e pecorini squisiti, oppure degustazioni di vino accompagnate dalle ricette tradizionali toscane preparate dalla signora Marisa, madre di Roberto. Io ho avuto la fortuna di mangiare la ribollita più buona di sempre, fatta all’antica, come vuole la tradizione: se avrete la pazienza di aspettare che torni la stagione del cavolo nero, vedrete la ricetta anche su questo blog.