Panini di cena messinesi: per chi è messinese questi piccoli panini profumatissimi e ricoperti di sesamo sono un pezzo di cuore. I panini di cena nascono come cibo tradizionale della Quaresima e, in particolare, del Giovedì Santo. Le loro origini si rifanno all’Ultima cena di Cristo e al pane spezzato in tavola per gli apostoli. Per celebrare la Pasqua con più fasto, la tradizione vuole che il pane normale sia stato arricchito con uova, strutto, burro, zucchero e soprattutto spezie. All’interno ci sono infatti cannella e chiodi di garofano, che danno a questi panini un profumo e un gusto unico e riconoscibile. All’esterno dei panini messinesi ci sono i tanto amati semi di sesamo: la ciuciulena o giuggiulena siciliana, che entra in tante preparazioni dell’isola a partire dal CROCCANTE DI SEMI DI SESAMO.
Le ricette tipiche messinesi
A Messina questi panini si trovano ormai tutto l’anno, ma ben pochi li preparano come da tradizione: come già accaduto per i PITONI MESSINESI, per la FOCACCIA, per gli ARANCINI MESSINESI, anche i panini di cena hanno ceduto il passo alla modernità. Ora sono troppo dolci, troppo gialli, il chiodo di garofano è solo un ricordo perché il suo gusto non piace a tutti. Sono diventati una banale brioche. E mi si stringe il cuore. Io ricordo i panini di cena di Astone, mitico panificio in via Garibaldi oggi purtroppo chiuso e non avrei potuto darvi una ricetta che non trovasse riscontro nei miei ricordi.
Quindi, dopo tante prove, ecco orgogliosamente la mia ricetta dei panini di cena: se siete messinesi provatela e se non lo siete fateli lo stesso perché sono buonissimi. Vi lascio le dosi, come di consueto, con lievito di birra secco e fresco e con lievito madre: in tutti e tre i casi, la ricetta prevede l’uso di pochissimo lievito e di una lunga maturazione e lievitazione in frigorifero. Per ottenere un impasto leggero e profumato. A Messina i panini di cena sono una valida alternativa alla BRIOCHE CON IL TUPPO per mangiare la granita, ma sono perfetti anche farciti sia in dolce (confetture, crema di cioccolato) sia in salato, con prosciutto cotto o crudo. Date una occhiata a tutte le mie RICETTE SICILIANE e vi auguro buona giornata!
8 commenti
Scuramente non ricordi bene , io che ho 40 anni e sono Messinese ricordo benissimo che i panini di cena come i panini al burro come anche le brioche e naturalmente i viennesi che oggi purtroppo riempiono con la crema al burro inesistente nella vecchia pasticceria Messinese , sono sempre stati giallissimi, oggi il colore è sbiadito , e mi dispiace dirlo ma hai menzionato il peggior panificio esistente in città , perchè i Padri sono sempre stati Buongiorno, Petrella, Scalzo , Messina , oggi quelle che ci sono non sanno neanche cosa vuol dire la vera pasticceria per fortuna chi come me e te sa fare in casa potrà ancora gustare i vecchi ricordi ,nell’impasto non si mette il latte e manca la noce moscata fondamentalissima per i panini dolci messinesi in generale , i tre profumi messinesi sono : noce moscata, cannella, e chiodi di garofano .Grazie
Ciao, probabilmente ognuno ha i suoi ricordi, che variano anche in base ai luoghi frequentati. Detto questo, io ho fatto una ricerca e mi sono documentata in diversi panifici e nei miei ricordi a essere gialle erano le brioche con il tuppo, non i panini di cena. E la noce moscata come profumo non mi risulta affatto. Ma ripeto, ognuno è legato ai suoi ricordi e cerca di ricreare esattamente quel gusto. Un caro saluto, Ada
Ciao io sono provvista di estratto chiodi di garofano quante gocce ne devo met. Grazie lì farò al più presto
Buongiorno Maria, sinceramente non so dirti con precisione. Non le ho mai usate, so che sono molto forti. Inizierei con 2-3 e poi assaggerei per non rischiare di dare un gusto prevalente.
Ciao Ada, devo provare a farne un po’ per portarli a una festina: secondo se se raddoppio le dosi la lievitazione viene bene lo stesso…non so perchè a volte viene a volte no, anche con le brioche col tuppo. E’ come se il freddo del frigo annientasse la lievitazione! e uso sempre il lievito di birra secco….non so. Ad ogni modo con un chilo di farine vedi problemi? Grazie mille! Silvia ps ma quanto stai bene coi capelli così?!!?
Ciao Silvia, grazie mille, soprattutto per i complimenti sui capelli. Puoi tranquillamente raddoppiare le dosi. Ma guarda se in frigorifero ti sembra che si rallenti troppo la lievitazione hai due soluzioni: la prima è saltare il riposo in frigorifero se riesci organizzarti in giornata per una lievitazione diretta. La seconda è aumentare i tempi di permanenza a temperatura ambiente. Mi viene in mente, che forse il tuo impasto non riesce a riscaldarsi abbastanza dopo che l’hai tirato fuori dal frigo e dunque la lievitazione stenta. In questo caso ci vuole solo più tempo o una temperatura più alta. Ricorda che l’impasto deve stare sempre ad almeno 28° e massimo a 32. Quindi il consiglio è sempre lo stesso: pazienza e tenere l’impasto al caldo. Se vuoi stare tranquilla aumenta di 1 g la dose di lievito. Baci
Ada sei un tesoro della enogastronomia siciliana, sia quella regionale sia quella messinese. Spero che un giorno i tuoi ricordi e ricette vengano raccolti in un libro. Sei l’erede di Coria <3
Esagerato! Provo a mettere ordine nel mare magnum delle nostre ricette e mi diverto molto a farlo. Sei gentilissimo. Ada