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Nel 2023 la produzione di vino più bassa degli ultimi 60 anni

Crollano i quantitativi in Europa e l'Italia perde il primato mondiale

by Ada Parisi
5 min read
Vendemmia 2023: crolla la produzione di vino nel mondo

Un anno orribile per il vino mondiale. Il 2023 sarà ricordato come l’anno dei record negativi: quello con le temperature più alte tra luglio e agosto e quello con la più bassa produzione vinicola degli ultimi 60 anni. Colpa della crisi climatica che, con piogge torrenziali, grandine, caldo torrido e siccità ha messo in ginocchio i principali paesi produttori. Senza contare la peronospora.

Nel 2023, nei 29 paesi che producono il 94% del vino mondiale la vendemmia è stimata in appena 244,1 milioni di ettolitri di vino, rispetto ai 262 del 2022. Il calo è del 7%. Ad anticipare la debacle del comparto vino è l’Oiv, l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, che in una conferenza stampa ha dato le previsioni della produzione mondiale (esclusi succhi d’uva e mosti). Il 2023 si appresta a superare, in peggio, anche il famigerato 2017, quando la produzione di vino fu di appena 248 milioni di ettolitri.

Perché nel 2023 la produzione mondiale di vino è crollata?

Sul crollo della produzione mondiale di vino nel 2023 pesa soprattutto il basso volume di produzione dell’Unione Europea. Dove Italia, Spagna e Grecia registrano un forte calo rispetto al 2022, proprio a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli. Un inverno secco, seguito da inondazioni, grandinate, una primavera molto piovosa, poi attacchi massicci di peronospora della vite e infine lunghi periodi di siccità hanno devastato i vigneti.

 

L’Italia lascia alla Francia il primato di produttore mondiale di vino

L’Italia perde il primato mondiale di vino ( con solo 43,9 miliardi di ettolitri e un calo del 12% sul 2022) a vantaggio della Francia, che nel 2023 diventa il più grande produttore mondiale. In Europa, solo Germania, Portogallo e Romania hanno registrato condizioni climatiche favorevoli e hanno avuto una produzione nella media o leggermente superiore. Dall’altra parte dell’Atlantico, sorridono gli Stati Uniti, dove secondo le prime previsioni sul raccolto il volume di vino sarà non solo superiore a quello del 2022, ma anche superiore alla media osservata negli ultimi cinque anni.

Nell`emisfero australe, i volumi di produzione di vino dovrebbero essere ben al di sotto del 2022 e alle medie storiche. Australia, Argentina, Cile, Sud Africa e Brasile sono stati infatti tutti pesantemente colpiti da condizioni meteorologiche avverse. E  hanno registrato un calo tra il 10% e il 30%. Si salva solo la Nuova Zelanda.

Meno vino nel 2023: è davvero un problema?

Va detto anche che non tutti i mali vengono per nuocere. Il settore vitivinicolo mondiale sta attraversando un periodo difficile, caratterizzato da una riduzione della domanda provocata da una generale riduzione del potere d’acquisto delle famiglie- Su questo hanno influito diversi fattori: gli effetti sul lungo termine della pandemia da Covid, la crisi dei prezzi delle materie prime del 2022, lo scoppio della guerra in Ucraina (e ora quella in Israele). Nelle cantine mondiali, e anche in quelle italiane, c’erano troppi vini in giacenza non venduti. Ecco perché una decisa riduzione delle quantità di prodotto da immettere su mercato potrebbe, paradossalmente, riportare in equilibrio il sistema. 

Autori: Ada Parisi e Gianluca Atzeni

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