Cartellate, mustazzzoli, pabassini, cantucci e biscotti al mosto: tante ricette che hanno tra gli ingredienti il mosto cotto d’uva. Una riduzione di uva che, a secondo della regione, può essere aromatizzata con scorza di arancia, mandarino, cannella, anice stellato, chiodo di garofano, pezzi di mela cotogna. L’usanza di ridurre il mosto d’uva fino ad ottenere una sorta di crema dolcissima, scura e vellutata, è tipica del Sud Italia. In Sardegna prende il nome di Sapa. In Sicilia e Puglia è “vinu cottu” o “saba”, in Abruzzo il mosto cotto è un Pat, un prodotto agroalimentare tradizionale.
Il mosto cotto: utilizzo in cucina
Ovviamente si prepara il mosto cotto in tempo di vendemmia, con il mosto di uva a bacca rossa o a bacca bianca. Il colore non importa, tanto alla fine del procedimento di riduzione otterrete comunque una sorta di sciroppo molto scuro e molto dolce. Proprio in vendemmia è il momento di sfruttare l’UVA IN CUCINA IN RICETTE DOLCI E SALATE. La dolcezza, che è quella naturale dell’uva, varia a secondo del tipo di vitigno utilizzato. Il mosto cotto d’uva anticamente era usato come dolcificante, al posto del miele o dello zucchero, riservati ai più ricchi.
Poco deperibile, il mosto cotto si conserva benissimo per anni, anzi, tende ad affinare e migliorare con il passare del tempo. Il suo utilizzo principale era durante le feste natalizie, per creare dolci e biscotti tradizionali come le cartellate pugliesi, i mustazzoli siciliani, le TORTA AL MOSTO COTTO E UVA, i pan di sapa o i pabassini sardi, i biscotti al mosto e le nevole abbruzzesi o i cantucci toscani. Ovviamente il mosto cotto d’uva è perfetto anche per accompagnare formaggi o, in modo creativo, per condire TORTELLI CON RICOTTA E NOCCIOLE.
Come fare il mosto cotto
Il procedimento di base è molto semplice. Dovete ovviamente procurarvi il mosto. La bollitura immediata del mosto bloccherà, grazie al calore, la fermentazione. Ma non basta: il mosto deve bollire lentamente a fuoco bassissimo per ore, fino a ridurre il liquido a un quarto del volume originario. Se usate un litro di mosto, dovrete ottenere 250 grammi di mosto cotto. Se amate i sapori intensi e particolari, potete aggiungere al mosto durante la cottura scorze di mandarini verdi o di arance, pezzi di mela o pera cotogna e spezie come cannella, anice stellato e chiodi di garofano. La frutta, contenendo pectina, darà al mosto cotto una consistenza più vischiosa e, a sua volta, candirà nel liquido zuccherino diventando buonissima. Le spezie conferiscono al mosto cotto un aroma tipico natalizio.
Ovviamente il mosto è analcolico, non contiene tracce di alcol, visto che la bollitura interrompe immediatamente la fermentazione e, dunque, la trasformazione degli zuccheri in alcol.
2 commenti
Forgive me for addressing you in English. Though I love your country and your cuccina, my Italian is limited. Uno pocco. I am interested in your recipe for making sapa. Having stopped fermentation by boiling, could one reduce the must overnight by using a slow-cooker? Gazie.
Hi Charles, thanks for contacting me, I understand English well, don’t worry. I haven’t a slow cooker but I think that you can definitely use it to reduce the grape must. It must be thick and slightly sticky. Consider that to make sapa, the more you reduce it, the better it is preserved. For the sapa you can also add orange peel, both fresh and dried, pieces of apple or quince, spices such as cloves and cinnamon to the must. If you prepare it try my sapa cake!Happy day, Ada