L’Osteria del Maiale Nero, sui Nebrodi, in Sicilia, non tradisce le attese e porta in tavola l’essenza di questi luoghi meravigliosi. Questo locale, aperto nel 2019 dalla famiglia Borrello, riesce a unire tradizione e qualità in un ambiente rustico ma curatissimo. In questo BREVE VIDEO vi invito a gustare insieme un pranzo tipico siciliano, dovreste sentire quasi il profumo.
Il nome dei fratelli Borrello è una garanzia: la Trattoria Borrello di Sinagra è da sempre un punto di riferimento della ristorazione in provincia di Messina. Custodi delle tradizioni gastronomiche dei Nebrodi, a partire dal maialino nero, allevato in stato brado o semi brado. La sua alimentazione è lasciata al bosco e integrata, in caso di necessità, con legumi e cereali di produzione locale. L’Osteria del maiale nero nasce a Raccuja a opera di uno dei due fratelli Borrello, andando così a raddoppiare l’offerta ristorativa locale, visto che tra Sinagra e Raccuja c’è solo una manciata di chilometri. La struttura è nuova, inaugurata nel 2019 e poi ristrutturata nel 2020. Il fulcro è un casale in pietra con ampi spazi interni ed esterni. Qui c’è la cucina, moderna, completamente a vista. Protagonista assoluta la carne: quella di suino nero, dalle costine alla salsiccia. Ma anche il manzo e il castrato.
Osteria del maiale nero: qualità e km zero sui Nebrodi
A differenza della Trattoria Borrello, cresciuta un po’ disordinata man mano che aumentava la popolarità del locale, l’Osteria del maiale nero è costruita in cima a una collina, in modo organico e sulla base di un progetto: valorizzare in ogni suo aspetto il territorio dei Nebrodi e le sue produzioni. L’obiettivo è produrre in proprio il 100% di ciò che poi arriva nel piatto. A partire ovviamente dal maiale nero, allevato nei boschi in stato semi brado, passando per il frutteto e l’orto con melanzane, pomodori, ciliegie, cetrioli, zucche, zucchine, noci, cipolle.
Elegante la decorazione esterna fatta di piante di macchia mediterranea ed erbe aromatiche: mirto, rosmarino, salvia, menta, fiori di campo. Belle le sedie e tavoli bianchi, le classiche tovaglie a quadretti, i soffitti con le travi della campagna, i secchi colorati con peperoncini e le piante aromatiche sparsi per la terrazza, le panche in legno e i tavolini in ferro battuto, le ceramiche a tema contadino. Un ambiente rustico ma curato, dove è piacevole mangiare e fare una pausa tra le portate ammirando i monti verdi dei Nebrodi. Il menu è disponibile alla carta. Ma si può scegliere anche il classico menu dei Monti Nebrodi, per stomaci forti e per palati affamati.
Il menu tradizionale dei Nebrodi
A partire dagli antipasti: una sequela di nove portate oltre al tradizionale tagliere di formaggi e salumi. Tutto cambia in base alla stagione. I salumi sono tutti realizzati in azienda con il maiale nero: mortadella, prosciutto crudo, lardo, prosciutto cotto e salame. Poi i formaggi: provola dei Nebrodi, il pepato, il pane fritto, salsiccia in tegame con uova e friggitelli (peperoni verdi), tartare di manzo, zuppa di funghi e nocciole.
E ancora: funghi fritti, arancini allo zafferano ripieni di stracotto di agnello, polpettine di suino nero con salsa agrodolce, focaccia al lardo e la caponata (l’unica cosa non all’altezza, per gusto e consistenze). A parte la bontà, va sottolineato lo sforzo di presentazione dei piatti della cucina dell’Osteria del maiale nero. Soprattutto nelle portate meno tradizionali ,come le polpettine, gli arancini. Uno sforzo non consueto in trattorie ed osterie come questa, dove spesso il cibo è buono ma un po’ ‘lasciato a se stesso’.
I primi piatti sono quelli più tipici della cucina siciliana di collina e di montagna. Le pappardelle o i maccheroni fatti in casa con acqua e semola di grano duro, conditi con il ragù di maiale nero o di coniglio, le lasagne allo stracotto di pecora.
Non esagerate, perché è obbligatorio arrivare con un po’ di fame alla grigliata mista. Costolette e spuntature di maiale, salsiccia, costolette di castrato e le tradizionali braciolettine alla messinese (davvero ben fatte). Le carni cuociono a fuoco vivo e restano morbide e succose. In alternativa, costate di manzo o tagliate di manzo. La brace, come sempre, fa la differenza nel profumo e nel gusto, anche se la carne, soprattutto quella di suino nero, ha un gusto eccezionale. Il grasso si scioglie in bocca: non a caso questa è una delle carni di maiale più pregiate al mondo.
Per dolce, a tavola è arrivato l’immancabile cannolo siciliano: la scorza è fatta in casa, la ricotta è di pecora. Tutto fatto nel modo giusto. Il prezzo? Noi abbiamo pagato 82 euro, compreso il vino, un Frappato di Salaparuta al costo di 12 euro. La carta dei vini, quasi esclusivamente siciliani, ha ricarichi medio bassi e al suo interno ci sono bottiglie davvero per tutte le tasche. Personale giovane e molto gentile. Nei giorni di ‘grande affollamento’, ovvero nelle fine di settimana, può succedere di attendere più del previsto dopo avere gustato gli antipasti. Un indirizzo da salvare, da segnare, da consigliare, per gustare la cucina verace di questo angolo verde e fertile di Sicilia.
(visitato nel settembre 2021)