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Sa Tanca (crostaceria)

by Ada Parisi

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Nelle stradine attorno a via Nazionale, a Roma, se volete mangiare pesce, soprattutto crostacei e crudi di pesce, c’è un piccolo ristorante di ispirazione sarda: si chiama Sa Tanca-Crostaceria. Il locale ha altre due sedi, a Guidonia e sulla Nomentana a Roma, tutte con una diversa identità culinaria. Qui lo chef è sardo e in alcuni piatti il tocco isolano e la materia prima si vedono chiaramente. L’ambiente è molto ricercato, a tratti barocco: luci soffuse, tappeti, quadri in stile fiammingo, molte (troppe) dorature e non ho amato le sedie leopardate all’ingresso, ma nel complesso la sensazione è di un lusso divertito ma non fastidioso. Merita sicuramente una menzione il personale di sala: cortese, affabile ma non sussiegoso, attento e disponibile. Piacevoli il prosecco offerto con un benvenuto dello chef all’arrivo al ristorante e la musica, un morbido jazz di sottofondo.

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Veniamo al cibo. Essendo una crostaceria, vi consiglio di provare i crudi di mare, che a me sono piaciuti molto: freschi, sabbia assente, vari nell’offerta. Potete scegliere i plateau (da 60 euro complessivi per due persone fino a 140 euro) oppure ordinare i pezzi singoli a un costo più che onesto (cannolicchi, fasolari, mandorle 1,5 euro, ostriche a 3-4 euro, gamberi rossi di Sicilia a 3-6 euro). Buone anche le tartare: io ne ho provata una di scampi e papaia, un abbinamento giocato sui toni dolci molto delicato (12 euro), gradevoli l’insalata tiepida di seppie e pachino (8 euro) e il polpo in carpaccio.

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Tra i primi (porzioni abbondanti) buoni gli spaghetti con le vongole (sembra un piatto facile ma non lo è per nulla) e quelli di Gragnano con gamberi rossi. I primi piatti costano 12-14 euro, fatta eccezione per i tagliolini con astice o aragosta (30 euro) e per il  piatto che vi consiglio, ossia una ricca fregula all’astice cotta decisamente al dente, ben condita con una saporita bisque di crostacei e con mezzo astice (18 euro). Non entusiasmante il risotto con crema di scampi, che non si è affrancato dall’uso della panna nella mantecatura.

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Per quanto riguarda i secondi piatti, i prezzi ovviamente salgono – soprattutto quando si tratta di gamberi, scampi e astici –  e le porzioni diminuiscono. Molto buona la salsa dei gamberoni di Sicilia all’arancia (24 euro), ma un po’ troppo cotti i gamberoni. Decisamente ben fatta l’aragosta alla Catalana (12 euro all’etto), di ispirazione sarda il rombo alla Vernaccia con olive (18 euro), ben eseguito come anche la pezzogna con caponata (20 euro), anche se la caponata non somiglia a quella siciliana, come accade quasi sempre.

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Tra i dolci, ottima la tradizionale seadas sarda fritta e guarnita con miele tiepido (6 euro): buona la pasta, ricco il ripieno. Una delle migliori seadas che ho mangiato, comprese le tante mangiate in Sardegna. Un po’ deludente il tortino di cioccolato (5 euro), preparato espresso ma risultato troppo cotto e quindi non abbastanza liquido al centro. Freschi e leggeri i raviolini di carpaccio di ananas con una leggerissima mousse di mandorle (5 euro). I prezzi dei dolci sono decisamente convenienti. Quanto ai vini, la carta ha ricarichi medio alti, ma la scelta è vasta: al calice sono disponibili alcuni Vermentini e io ho bevuto un entusiasmante Vermentino di Gallura Docg Riserva di Piero Mancini (6 euro a calice). Ristorante consigliato, se volete mangiare pesce e amate i crudi e i crostacei, a prezzi in linea con l’offerta e con la posizione del locale, nel cuore del Rione Monti di Roma.

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(recensito il 2 aprile 2016)